L’11 dicembre 2015 Parma è stata ufficialmente nominata Città Creativa UNESCO per la Gastronomia: è la prima città italiana a ottenere questo prestigioso riconoscimento internazionale. Al momento, oltre a Parma, le Città Creative UNESCO per la Gastronomia presenti nel mondo sono 17: Belém (Brasile), Bergen (Norvegia), Burgos (Spagna), Chengdu (Cina), Dénia (Spagna), Ensenada (Messico), Florianopolis (Brasile), Gaziantep (Turchia), Jeonju (Corea del Sud), Östersund (Svezia), Phuket (Thailandia), Popayán (Colombia), Rasht (Iran), Shunde (Cina), Tsuruoka (Giappone), Tucson (Usa), Zahlé (Libano).
A questo traguardo, Parma è arrivata grazie all’impegno del Comune di Parma, con il supporto degli altri attori istituzionali e socio-economici del territorio: Provincia di Parma, UPI – Unione Parmense degli Industriali, Camera di Commercio di Parma, Fiere di Parma e Università degli Studi di Parma. Al fianco di questi soggetti, la Fondazione Monte di Parma, la Fondazione Cariparma e realtà impegnate nella promozione della cultura gastronomica italiana, come l’Associazione Chef To Chef, Academia Barilla e ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana. Importante è stato anche il sostegno garantito da Regione Emilia-Romagna e da ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Già conosciuta in tutto il mondo come capitale della Food Valley italiana, Parma ha saputo ottenere la nomea di Città Creativa UNESCO per la Gastronomia per la sua capacità di coniugare sviluppo sostenibile e rispetto delle tradizioni nel settore alimentare. Esemplari di questa tradizione sono prodotti come Prosciutto di Parma DOP, Parmigiano Reggiano DOP, Culatello di Zibello DOP, Salame Felino IGP e Coppa di Parma IGP, legati al territorio, alla sua storia e alla sua cultura, tanto da contribuire a definirne l’identità. Ma Parma è anche sinonimo di pasta, di conserve vegetali (nel Parmense si coltivano a pomodoro circa 5.000 ettari e in questo territorio si trasforma circa un milione di tonnellate, pari al 20% del pomodoro lavorato in Italia) e ittiche, di funghi porcini (con la IGP Fungo di Borgo Val di Taro), di vini (con la DOC Vini dei Colli di Parma), di prodotti da forno, di prodotti lattiero-caseari, di acque minerali, di olio extravergine di oliva e di liquori distillati.
A Parma le buone tradizioni e la qualità delle materie prime si sposano all’innovazione tecnologica, allo spirito di ricerca e alla capacità di rispondere alle richieste dei mercati internazionali. Qualche dato riferito all’industria alimentare e all’impiantistica alimentare: insieme, questi due comparti totalizzano più di 1.800 aziende sul territorio, con un numero complessivo di addetti che può essere stimato in oltre 23.100 unità. Il fatturato di industria alimentare e impiantistica alimentare è di oltre 10,1 miliardi di euro: l’export incide per il 27%, con 2,77 miliardi di euro (dati 2015). L’export agro-industriale rappresenta il 44% dell’export complessivo provinciale.
Infine, ma non da ultimo, Parma è la città scelta per ospitare la sede di EFSA, l’Authority Europea per l’Alimentazione: si tratta del massimo organismo di vigilanza e di controllo sulle produzioni alimentari della Comunità dei 28 Paesi EU.