La notizia era apparsa a fine gennaio sulla stampa inglese. Per l’autorevole rivista DECANTER, la denominazione PROSECCO è la destinazione turistica più amata, quindi più cliccata sul web dai wine-lover anglofoni.
Dall’indagine emerge che per inglesi e americani il termine Prosecco non designa solo un vino molto amato – il trend di crescita a doppia cifra degli ultimi anni ha portato UK e USA rispettivamente al primo e secondo posto nell’export – ma un luogo ambito dove trascorrere un soggiorno alla ricerca di un turismo di qualità.
“A partire da questa notizia – spiega il presidente Stefano Zanette – come Consorzio Prosecco Doc abbiamo scelto il Vinitaly per avviare un dibattito coinvolgendo esperti del settore, nella convinzione che ci sia tanto lavoro da fare per ottimizzare quella che a tutti gli effetti rappresenta una ulteriore grande opportunità per il nostro territorio”.
“Questa notizia è la dimostrazione che il nostro territorio sta andando nella giusta direzione. Il binomio turismo – enogastronomia è assolutamente vincente e va ulteriormente valorizzato – commenta Federico CANER, Assessore al Turismo della Regione Veneto –
“Il Veneto è leader in Italia nella produzione vinicola e, con i suoi 63 milioni di presenze – lo è anche nel turismo, prima industria regionale per volume d’affari (17 miliardi).Abbiamo la fortuna di poter contare su Venezia, destinazione senza uguali nel mondo. Presentiamo i nostri prodotti al turista, così che per conoscerli meglio decida di esplorarne il territorio. Le colline del Prosecco siano dunque le colline di Venezia”.
Per Mara MANENTE, direttore di Ciset – Ca’ Foscari “Il prodotto rivela la cultura del territorio che lo ha generato. Portare il turista nel luogo dove origina è un’esperienza che emoziona e coinvolge tutti i sensi. E il turista, da una destinazione, oggi si attende di poterla vivere a 360 °: stare nel luogo, fare, imparare, poter essere se stesso”.
Ma quali sono gli ingredienti necessari?
“Qualità del prodotto e notorietà dell’area di provenienza sono fondamentali – prosegue Manente – In questo il Prosecco gode grande fortuna; prodotto e area di provenienza coincidono: una grande opportunità che non va sprecata. Anzi, va tenuto conto che per capacità di spesa il turista enogastronomico è diverso dal turista “balneare” (35-40% contro 5% di quest’ultimo).
Importante anche far sì che il turista avverta il carattere distintivo del prodotto per non rischiare che venga vissuto come una commodity.
Come si comunica un prodotto-destinazione? Per Nicoletta MARTELLETTO, rappresentante triveneto del GIST – Gruppo italiano stampa turistica, il modo di comunicare una destinazione è cambiato parecchio. “Meno parole e molte più immagini. Digitando Prosecco appaiono sul web oltre 1500 link, una grandissima offerta dove risulta difficile orientarsi. Ma quali informazioni sono davvero interessanti? Quelle che rispondono a 5 criteri:
1) Facilità e chiarezza di localizzazione
2) Sicurezza (esigenza che ha subìto un‘impennata nell’ultimo anno). Meno ambite le grandi capitali, percepite come rischiose; nel caso Prosecco, l’area Veneto – Friulana viene vissuta come luogo sicuro
3) Buon rapporto qualità – prezzo
4) Story telling: la narrazione del luogo. Cosa offre, cosa ci posso fare.
5) Cosa mi porto via? cosa mi resta in fondo al cuore, oppure in borsa (es. prodotti tipici)
Ilio RODONI, General Manager del più grande hotel di Venezia, l’Hilton Molino Stucky: “da quando nel 2014 abbiamo stretto l’accordo con il Consorzio Prosecco Doc, inserendo oltre 20 etichette in una carta vini dedicata, le vendite di Prosecco sono aumentate del 600%. Contiamo 100.000 visitatori l’anno in hotel, di tutte le nazionalità, ma oggi gli stranieri, specie inglesi e americani che prima chiedevano pinot grigio e chardonnay, oggi vogliono Prosecco e si aspettano di poter scegliere tra più tipologie. Non solo: per soddisfare la crescente domanda di visitare i siti di produzione stiamo lavorando con il Consorzio Prosecco Doc alla realizzazione di pacchetti turistici dedicati”
Floriano ZAMBON, sindaco di Conegliano (Città del vino 2016) ha portato l’esempio del progetto “Sulle vie del Prosecco”, un Festival di altissimo profilo artistico dedicato alla musica classica con concerti dislocati in varie località della denominazione Prosecco “per arricchire ulteriormente l’offerta culturale del territorio con iniziative di qualità”
Al presidente Stefano ZANETTE spettano le conclusioni: “fin dalla sua origine Venezia si è distinta per ingegnosità, bellezza, e cosmopolitismo. Non è certo un caso se il Prosecco è espressione di questo territorio.
La regione Prosecco Doc per molti secoli è coincisa con la Repubblica Serenissima e ancora oggi i suoi abitanti crescono nella bellezza, educati alla cultura dell’operosità ma anche della convivialità.
Dalle più recenti indagini condotte da SWG per indagare il profilo del consumatore tipo, si evince che chi sceglie il Prosecco coglie perfettamente questi aspetti”.