Soddisfazione per produttori, organizzatori e anche visitatori (non meno di 40mila), che conferma l’impegno profuso negli anni precedenti. Al centro la valorizzazione della biodiversità
Anche l’edizione 2016 del Rural Festival ha fatto registrare un grande successo.
Nelle due giornate di sabato 3 e domenica 4 settembre all’interno del Parco Barboj di Rivalta di Lesignano de’ Bagni (Parma), sulle prime dolci colline tra Langhirano e Traversetolo, in un territorio che ha recentemente ottenuto anche la certificazione a riserva Mab Unesco, sono accorse non meno di 40mila persone per rendere omaggio alla biodiversità.
Il visitatore da subito, varcato l’ingresso della fattoria, si è potuto calare in una dimensione “rural” totale. Una quarantina di agricoltori e allevatori selezionati e rappresentativi di antiche razze animali e varietà ortofrutticole erano a disposizione per far conoscere e assaggiare i propri prodotti: quest’anno non solo emiliani ma anche della vicina Toscana.
La sezione dedicata ha proposto: legumi tipici come fagiolo Zolfino, Coco nano e cece rosa, pecorino di pecora massese, pane nero fatto con grani antichi, polenta Formenton Ottofile Garfagnana, pasta fresca, testaroli al farro della Lunigiana, miele di castagno, vin santo di Malvasia del Chianti, porchetta di suino di Cinta Senese.
Il tour gastronomico emiliano comprendeva un vero tripudio di prodotti della tradizione, arricchiti da varietà oggi ai più sconosciute.
Prosciutto di maiale nero, il cui allevamento si trova a qualche tornante di distanza dal cuore del Rural Festival, yogurt e formaggi ottenuti da rare razze appenniniche (si sono aperte tre caciotte fatte con latte da tre razze a rischio estinzione: tre colori e gusti diversi il cui risultato ha dato grande soddisfazione ai fautori del progetto “rural”).
Poi ancora grani antichi con cui si produce un pane speciale con orzo, il Tortél Dóls con mostarda, la torta di patata Quarantina, frutta antica da mostarda e il pomodoro Riccio, una coltivazione storica della val Parma.
E ancora arrosticini di pecora Cornigliese, focaccia di frumento Gentilrosso, pasta fresca all’uovo di gallina Romagnola, arrosto di tacchino nero, cipolla Borettana, torta e marmellata (anche senza zucchero) di prugna Zucchella, latte fresco di asina e anche gelato prodotto con questo latte (circa 2mila ne sono stati distribuiti in due giorni). Ma l’Emilia è anche tradizione vinicola, che non poteva mancare al Rural, come l’uva Termarina e la storica Fortana del Taro.
Rural Festival non è però solo cibo: un’altra area sempre di grande richiamo è quella dedicata al parco animale di antiche razze. Come il maiale nero, la pecora Cornigliese, Massese e Garfagnina, il cavallo Bardigiano, l’asino Romagnolo e Amiatino, la vacca grigia Appeninica, Valtarese e Ottonese, il tacchino di Parma e Piacenza, la gallina Romagnola e Valdarnese.
Un’altra zona ancora, nell’area dei vigneti antichi, esponeva una preziosa e variegata rappresentanza di frutta antica a cura del professore Enzo Melegari, dell’associazione agricoltori e allevatori custodi di Parma, appassionati che conservano piante e animali per dare continuità alla biodiversità autoctona. Tanti gli eventi organizzati in quest’area, come la dimostrazione di addestramento “dolce e senza briglia” del cavallo Bardigiano, mostra e messa in moto di trattori d’epoca Landini, gioco dell’alveare e caccia al tesoro vicino al Bug’s hotel (una struttura-rifugio che ospita diverse specie di insetti impollinatori).
A poca distanza il gonfiabile allestito dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, dove si sono potuti “gustare” interessanti video realizzati in collaborazione con il WAC (Wolf Appenine Centre).
Il mondo rurale nelle sue diverse sfaccettature (presente anche il fabbro con dimostrazioni di lavoro) è stato proposto al visitatore per far comprendere parte della vita agreste e il significato del condurre un’azienda agricola nel recupero della tradizione, con razze antiche salvate dall’estinzione. Cura per il territorio, rispetto per l’ambiente e tanta passione per il cibo genuino: questi i punti di forza dei produttori e di Rural Festival 2016.
Ma un altro fine settimana dedicato al movimento Rural, è alle porte. Si terrà infatti a Gaiole in Chianti (Siena) il weekend del 17 e 18 settembre il primo Rural Festival Toscana, grazie al patrocinio dei Comuni di Lesignano De’ Bagni e di Gaiole in Chianti.
In questo modo le due tappe del Rural Festival serviranno a mettere in primo piano un’economia del passato più che mai attuale, un progetto di recupero delle biodiversità per tornare a presidiare i campi.
Un modello di economia sana e sostenibile che fa leva sul recupero delle antiche coltivazioni strettamente connesse al territorio. Un movimento che non si esaurisce in questi due weekend ma che di anno in anno continua a dare speranza a tutte quelle giovani generazioni di agricoltori e allevatori custodi.