“Un punto di ripartenza, la possibilità di aprire un tavolo di confronto per risolvere altri problemi”. E’ questo il sigillo che Guido Zama, presidente dell’Associazione Gran Suino Italiano, Organizzazione interprofessionale dell’Emilia Romagna, appone due giorni dopo la firma del protocollo d’intesa che definisce regole certe e condivise tra tutti gli attori della filiera per stabilire il peso morto del suino, tracciando al contempo un percorso comune in grado di garantire un sistema di classificazione delle carcasse univoco e affidabile, capace di superare le criticità finora incontrate.
Una valutazione più trasparente di classificazione della carcassa che porti al pagamento del suino a peso morto
L’accordo è stato siglato a Mantova l’8 luglio scorso alla presenza delle Federazioni degli allevamenti suinicoli di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna, di Assica (Associazione industriali delle carni e dei salumi) e degli assessori all’Agricoltura delle suddette regioni, quelle dove si concentra l’allevamento di suini destinati alle produzioni Dop. “Questo documento, che arriverà sul tavolo del ministero per le Politiche agricole per l’ulteriore firma che ne sancirà la condivisione a livello nazionale – spiega ancora Zama – di fatto stabilisce cosa si intende per carcassa a peso morto, un processo di valutazione che in questo modo diventerà più trasparente”.
Tutti gli attori della filiera coinvolti in un processo di miglioramento per garantire un’equa ripartizione del valore
Non solo dunque l’impegno a una maggiore collaborazione tra tutti gli anelli della filiera, ma soprattutto la possibilità di garantire a tutti un’equa ripartizione del valore del suino.
Il documento prevede lo svolgimento di periodici incontri al Tavolo interregionale per analizzare ed elaborare, tra gli altri, i dati di classificazione raccolti, verificare i risultati del controllo e della vigilanza, operare per introdurre ulteriori meccanismi che garantiscano oggettività di giudizio come l’impiego della “scatola nera” sia per la classificazione che per l’acquisizione del peso della carcassa, definire la diffusione dei dati raccolti nel portale impresa.gov, (prevedendo in particolare che tutte le informazioni relative alla classificazione siano rese disponibili all’allevatore per singola carcassa) stabilire dei contratti-tipo da stipulare tra allevatori e macellatori per valorizzare le informazioni relative al peso morto e alla classificazione.
E intanto si lavora per arrivare ad ottenere il marchio Sqn (Sistema qualità nazionale) che valorizzi anche i tagli di carne fresca del suino pesante
Un percorso ad ostacoli? Per Guido Zama no, la possibilità invece di creare nuove condizioni per assicurare maggiore redditività, in primis agli allevatori. E intanto il lavoro dell’interprofessione va avanti. “Stiamo raccogliendo le firme necessarie per presentare al Ministero la domanda per ottenere il marchio Sqn (Sistema di qualità nazionale) per il suino pesante – sottolinea Zama. Dalla fine dello scorso anno abbiamo avviato con i macelli l’iter previsto per questa procedura che permetterà di etichettare i tagli di carne fresca del suino pesante riconoscendogli caratteristiche particolari, che si andranno ad aggiungere a quelle universalmente attribuite per i Prosciutti Dop e gli altri prodotti di salumeria del circuito tutelato”.