Ha avuto luogo a Namyangju, a pochi chilometri da Seul in Corea del Sud, la prima edizione di AsiO Gusto.
Un progetto che si ispira al Salone del Gusto e Terra Madre di Torino, ormai diventato il punto di riferimento biennale per chi nel mondo si occupa di cibo di qualità, agricoltura di piccola scala, sostenibilità e produzioni locali, educazione alimentare e difesa della biodiversità agroalimentare, secondo la filosofia di Slow Food.
AsiO Gusto è organizzato da Slow Food Korea e Città di Namyangju in collaborazione con Slow Food Internazionale e riunisce i protagonisti della rete di Slow Food e Terra Madre di 40 Paesi di Asia e Oceania. L’evento si è concluso il 6 ottobre e hanno partecipato 300.000 visitatori per un’area espositiva di 113.000 mq e 500 espositori.
«La tradizione gastronomica e la biodiversità alimentare del continente asiatico sono enormi. La rete di Slow Food riceverà grande slancio da questo evento, in questa parte del mondo ma anche a livello globale. C’è un’energia enorme e potenzialità immense pronte a raccogliere la sfida di cambiare il nostro sistema di produzione del cibo. Questa edizione di AsiO Gusto è solo il punto di partenza» dice Paolo Di Croce, segretario generale di Slow Food Internazionale che ha parlato alla cerimonia di apertura.
Nel Padiglione Internazionale sono riunite le bancarelle dei produttori non Coreani, dall’Afghanistan a Vanuatu nel Pacifico, dal Giappone all’Azerbaijan, dalla Russia (Altai Rep.) alle Filippine. Al centro è allestita un’installazione in legno che riproduce idealmente l’Arca del Gusto, dove sono esposti 350 prodotti raccolti e catalogati dalla rete mondiale di Slow Food. Si tratta di esempi di biodiversità agroalimentare a rischio di scomparsa: frutta, verdura, razze animali, formaggi, pani, dolci, salumi, una lista che conta più di 1200 prodotti da 74 paesi e ogni giorno si arricchisce di nuove segnalazioni che arrivano da tutte le parti del mondo. La creazione dell’Arca del Gusto vuole essere una “lista rossa” del cibo e richiamare l’attenzione sull’enorme patrimonio agroalimentare che rischia di perdersi.
Sull’Arca di AsiO Gusto sono esposti ad esempio il miele di ape Scaptotrigona mexicana, un’ape senza pungiglione allevata dalle popolazioni indigene del Messico già in epoca pre-ispanica; i fagioli marroni dell’isola di Öland in Svezia; la moringa stenopetala dall’Etiopia, le cui foglie costituiscono un’importante fonte di vitamine per la popolazione Konso; il sale nero di Kostroma dalla Russia o il grano Red Fife dal Canada. Dalla Corea del Sud cinque nuovi prodotti: il Pureun Kongjang, un particolare impasto di soia fermentata, il Grano Anjeunbaengi, a basso contenuto di glutine, l’Hanson’s Lily, fiore originario dell’isola Ulleung-do, utilizzato in cucina; il pollo Yeonsan Ogye, razza completamente nera – dalle piume alla pelle, zampe, becco, ossatura e occhi compresi; e il Chik-so, meglio conosciuto come “Tiger Cattle”, razza bovina con il manto a strisce nere e gialle.