Alla presenza del Presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, si è celebrato il 7 luglio presso l’Hotel The Westin Palace di Milano – nello stesso luogo dove il 7 luglio 1965 l’associazione nacque – il cinquantenario della nascita dell’AIS, Associazione Italiana Sommelier. I cinquanta anni trascorsi non hanno tolto smalto all’associazione, anzi la trovano più viva che mai e propositiva di sempre nuovi progetti.L'Associazione Italiana Sommelier (AIS) celebra i suoi 50 anni dalla fondazione - Sapori News

La copia dell’atto costitutivo di AIS campeggia sulla copertina di Vitae di giugno, la rivista dell’Associazione Italiana Sommelier.

Antonello Maietta, presidente nazionale al suo secondo mandato, ha voluto intorno a sé i personaggi che hanno fatto la storia dell’associazione a iniziare dalla “tessera numero 1” Jean Valenti e con lui altre figure storiche : da Eddy Furlan a Giuseppe Vaccarini … insomma tutti coloro che hanno accompagnato la crescita dell’associazione, dai primi 20 iscritti agli attuali oltre 32mila che fanno di AIS la più grande associazione mondiale del settore.

 Il Savini di Milano costituisce il luogo fisico in cui l’AIS ha preso forma: qui era solito sedersi il professor Gianfranco Botti, manager e imprenditore del settore chimico, appassionato gourmet per diletto. Fu lui a stimolare Jean Valenti a creare un’associazione che riunisse i migliori professionisti di un settore che si stava rapidamente emancipando. Valenti stimato sommelier madrelingua francese nato in provincia di Bergamo ma ben presto attivo in Svizzera e Francia era stato richiamato in Italia dal commendator Angelo Pozzi a collaborare nel suo celebre ristorante in Galleria, a Milano. Botti e Valenti consapevoli delle carenze nel servizio dei vini nella ristorazione italiana maturarono l’idea di sviluppare e dare dignità alla professione del sommelier, con l’obiettivo principale di estendere la conoscenza e la valorizzazione del vino italiano.

 L’approdo al Savini non fu del tutto indolore per Valenti, abituato ad altri standard, come egli stesso testimonia durante la celebrazione.  All’epoca anche nel ristorante più prestigioso di Milano, e probabilmente d’Italia, al momento di ordinare il vino il cameriere rivolgeva al cliente la fatidica domanda: “Bianco o rosso?”, servendo poi il vino sfuso in caraffine riempite dalle botticelle collocate nell’office. Le bottiglie, anche le grandi bottiglie, erano frettolosamente snobbate da chi si dedicava al servizio, sovente preoccupato di non far lievitare troppo il conto per poter beneficiare di una mancia adeguata. All’epoca nella ristorazione del capoluogo lombardo i consumi di vino erano cospicui e la zona di produzione più vicina, l’Oltrepò Pavese, non si era ancora scrollata di dosso l’immagine di un prodotto economico per il consumo della famiglia. La Franciacorta era lievemente più distante in termini di chilometri, ma lontanissima dalla visione attuale di un sistema produttivo eccellente e consolidato. Il Piemonte enologico spadroneggiava, il Veneto seguiva a ruota, la Puglia approvvigionava soprattutto le attività commerciali dei corregionali.

 Milano, non avendo alcuna sudditanza psicologica nei confronti di un’inesistente produzione locale, diventò ben presto il crocevia del mercato del vino di qualità, un processo che negli anni seguenti ha fortunatamente contagiato l’intera Penisola. E fa piacere pensare che l’Associazione Italiana Sommelier sia stata attiva artefice di questa evoluzione. Sin dai primi anni in cui i corsi venivano organizzati in sedi alla buona, e non ancora in grandi alberghi o location prestigiose, fondamentale è stata la capillare diffusione dell’associazione e del metodo didattico, il primo realmente codificato in grado di avvicinare larghe fasce di pubblico al mondo del vino. Nessuno in Italia editore o associazione che fosse ha saputo svolgere un’opera di divulgazione paragonabile a quanto AIS ha fatto in questo primo mezzo secolo di attività . Oggi AIS è un’associazione che conta oltre 32.000 soci iscritti. Dei circa 7000 partecipanti ai corsi nel 2014 oltre il 30% per cento è costituito da donne. Il 52,6 % dei soci che hanno frequentato i corsi, hanno ottenuto l’attestato di sommelier. Il 45% degli iscritti ai corsi è costituito da persone appartenenti a una fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni. La sola Lombardia conta nel 2015 4500 soci di cui 1700 sono milanesi.
I festeggiamenti del 50 anniversario hanno coinvolto oltre 160 aziende da tutta Italia invitate a partecipare alla giornata celebrativa fra banchi d’assaggio e prestigiose degustazioni guidate fra cui una dedicata ai vini della Franciacorta (relatore: Nicola Bonera), uno ai Bianchi della Campania (con Guido Invernizzi), uno alla Mitteleuropa vinicola (di nuovo Bonera) e infine ai Bianchi della Borgogna (Samuel Cogliati). La sera, spazio anche a un talk show con i protagonisti della storia di AIS e a una verticale di Barbacarlo, col mitico Lino Maga (relatore: Armando Castagno).

 Per l’occasione è giunto a Milano – terminando così il proprio tour lungo tutta la Penisola, portato in staffetta dai 22 presidenti regionali AIS – il prezioso tastevin commemorativo, simbolo dei sommelier e strumento dell’arte della degustazione: un’opera in argento 925/000, realizzato dal maestro orafo crotonese Gerardo Sacco. Il gioiello, come si diceva, dopo essere stato presentato a Vinitaly 2015 è diventato il testimone di una simbolica staffetta tra le associazioni regionali, fino alla tappa finale di Milano, dove Maria Rosaria Romano, presidente di AIS Calabria, lo ha consegnato al presidente nazionale Maietta.

 La festa, però, non finisce il 7 luglio, ma continuerà fino alla fine dell’anno: a  metà novembre è infatti fissato il congresso nazionale AIS che, dopo le tappe di Firenze e Torino, si svolgerà a Milano e sarà ancora una volta testimonianza di una storia fatta di passione e di continuità.

 AIS – Associazione Italiana Sommelier
Viale Monza, 9 – 20125 Milano (MI) – Tel. +39 02 2846237
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