L’arte della pizza può essere solo napoletana come testimonia il milione di firme raccolte e presentate con l’ormai tradizionale pizza di Rossopomodoro che scandisce i numeri del sostegno alla candidatura
Al ristorante di via Partenope a Napoli, è stata festeggiata la consegna del primo milione di firme per convincere 195 Paesi del Mondo a iscrivere l’arte dei pizzaioli nel libro dell’Unesco.
“L’idea che l’arte della pizza sia napoletana quasi già esiste nella testa delle persone. Bisogna solo portarla fuori”.
Franco Manna, presidente di Sebeto SpA, sintetizza così in un veloce passaggio il percorso che in un anno ha portato a raccogliere un milione di firme per sostenere la candidatura dell’arte dei pizzaiuoli napoletani a Patrimonio Immateriale dell’Umanità.
La presentazione del brillante risultato, dopo la materiale consegna avvenuta a Parigi a cura di Alfonso Pecoraro Scanio, del presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani Sergio Miccù e di una rappresentanza dei pizzaioli, è avvenuta a Rossopomodoro di via Partenope che è diventata la base operativa delle operazioni #pizzaUnesco per il gruppo napoletano.
“Nei 10 Paesi dove Rossopomodoro è presente abbiamo avuto un consenso immediato nel sostenere con una firma l’equivalenza tra pizza, arte dei pizzaioli e Napoli”, ha continuato Franco Manna. “Se riusciremo a portare questo stesso entusiasmo tra i commissari dei 195 Paesi che dovranno decidere sull’iscrizione dell’arte dei pizzaioli nelle liste dell’Unesco, nel 2017 saremo tutti insieme sugli Champs Elysées a Parigi a cantare per il traguardo raggiunto”.
Una speranza che da oggi è lecito coltivare perché la risposta in tutte le parti del mondo, sollecitata anche dai pizzaioli artigiani in forza a Rossopomodoro come Davide Civitiello e Vincenzo Capuano di ritorno dal challenge di Las Vegas o di Angelo Pezzella, ambasciatore delle tradizioni napoletane a Roma che ha sagomato tutta la scala dei numeri “vincenti” fino al milione di oggi, è sempre positiva.
“L’impegno di Rossopomodoro continua in tutte le sedie italiane e del Mondo”, conclude Franco Manna, “insieme agli amici che dal primo momento hanno sostenuto lo sforzo per raggiungere la candidatura unitaria per l’Italia”.