Greywacke azienda fondata da Kevin Judd a Marlborough in Nuova Zelanda ha presentato i suoi vini, due Sauvignon Blanc e un Pinot Noir, in un incontro che si è dimostrato assolutamente alla pari con i produttori della Loira Michelle Redde, Henry Bougeois. Tutti vini distribuiti da Pellegrini SpA.

La Nuova Zelanda incontra la Loira da L’Alchimia a Milano - Sapori News

Greywacke_Sauvignon Blanc 2017

Il contesto è stato l’apertura di L’Alchimia, ristorante aperto recentemente da Alberto Tasinato a Milano.
La prima sfida è stata tra il Sauvignon Banc 2017 di Greywacke deliziosamente aromatico e ben bilanciato. Di stile esuberante, ha sentori di pompelmo, limone e una considerevole concentrazione e mineralità, conservando però il gusto e la freschezza tipica varietale contro il Pouilly Fumé La Moynerie 2016 di Michel Redde. Vinificato e affinato in acciaio, in tini di legno e botti grandi completa il suo equilibrio con una sosta di circa 11 mesi sui lieviti fini. I terreni calcarei dei tre vigneti de La Moynerie conferiscono al vino complessità, un gusto speziato, note di pietra focaia, un gusto rotondo e una lunga persistenza. Lo chef Davide Puleio, con un curriculum di tutto rispetto, ha proposto un Battuto di peperoni con capperi e formaggio di capra. Il Pouilly-Fumé si accostava meglio alla proposta gastronomica.

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Risotto Milano-Roma

La seconda sfida ha previsto Wild Sauvignon 2015 di Greywacke contro Sancerre Blanc Cuvée d’Antan 2015 di Henry Bourgeois. Il Wild Sauvignon fermenta in vecchie botti di rovere, è una versione più complessa del precedente. Ha un bouquet di crème brûlée con note di vaniglia, infuso di timo e sesamo tostato.
L’assaggio ha profondità, struttura, eleganza e opulenza. Il Sancerre Cuvée d’Antan ottenuta da viti di 65 anni e più e con grande rispetto per i metodi antichi, senza filtrazione né chiarifica. All’origine, una piccola parte di Sauvignon venne piantata nel 1936 sui pendii più ricchi di silice. Bassa resa, fermentazione in barrique per 4, 5 o 6 mesi e poi maturazione sui lieviti. All’olfatto è evidentemente minerale, con note di frutta bene in evidenza. L’assaggio è rotondo, fresco, di bella concentrazione ed eleganza. Lo chef ha proposto in abbinamento il Risotto Milano – Roma con zafferano e coda alla vaccinara. A nostro parere ho trovato più appropriato al piatto il vino francese, senza nulla togliere all’interpretazione del Wild Sauvignon.

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Henri Bourgeois_Sancerre Rouge Le Graveron 2014

Per la terza sfida sono entrati in scena due vini rossi. Il Pinot Noir 2014 di Greywacke contro il Sancerre Rouge Le Graveron 2014 di Henry Bourgeois. Entrambi dal nobile vitigno hanno nel primo il bouquet di prugne nere e ciliegie completato da dolci sensazioni floreali. Al palato le sensazioni di frutta matura si combinano a toni affumicati di vaniglia con cenni di erbe secche e spezie su una struttura viva e delicata, anche se è senza dubbio troppo giovane. Il secondo da vigne di 20 anni ha profumi complessi di piccoli frutti scuri, un lieve nota di caramella, seguita poi da frutti rossi, cioccolato e spezie. L’assaggio morbido con tannini setosi è interessante ma conquisterà una maggiore persistenza con ritorni di frutta e cioccolata tra qualche mese. Il piatto in questo caso è stato un Piccione arrosto, sedano rapa e salsa ai frutti rossi che abbiamo preferito con il Pinot Nero della Nuova Zelanda.

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Piccione arrosto , sedano rapa

Tutti i vini delle sfide hanno trovato nelle interpretazioni di Davide Puleio un’ottima sinergia che abbiamo particolarmente apprezzato. La scelta degli suddivisione degli ambienti, degli arredi raffinati ma senza ostentazione, e di tutto ciò che completa la scenografia di un ristorante unita all’esperienza e alla professionalità di Alberto Tasinato e del suo staff,  creano un contesto dove il cliente si sente totalmente a proprio agio.

 

di Giovanna Moldenhauer