Legambiente partecipa al primo Forum di Agroecologia in una location molto suggestiva, il Castel dell’Ovo, icona del panorama del golfo di Napoli.
Il forum – incentrato su un tema che coinvolge noi tutti, i cambiamenti climatici– si è svolto nelle giornate del 14 e 15 ottobre, due giornate densissime di lavori e di interventi e che ha avuto come protagonisti gli “Ambasciatori del territorio”, portatori della loro esperienza ecologica, equa e solidale.
Un importante interlocutore al Forum è Andrea Rigoni, AD di Rigoni di Asiago, azienda che vanta una lunghissima esperienza nel campo della produzione biologica e che ha scelto di parlare delle sentinelle della salubrità dell’ambiente, le api, e del loro meraviglioso prodotto, il miele.
“Ho passato la mia vita insieme alle api e sento il bisogno di parlarne in modo semplice e disincantato a tutti, ai più che non le hanno mai viste di persona e ai tanti che vorrebbero capire i motivi per cui sono utili a tutti noi”.
Con queste parole, Andrea Rigoni apre un capitolo importante del suo intervento, su quello che da tempo sta minacciando il nostro pianeta e cioè la sopravvivenza di queste piccole e meravigliose operaie che rappresentano la vita per la terra.
Le sostanze chimiche che vengono utilizzate in agricoltura per aumentare le rese dei raccolti distruggono le api, riducendone l’habitat produttivo e non solo. Infatti, nel lungo periodo, ne indeboliscono il sistema immunitario rendendole più facilmente aggredibili da malattie e parassiti.
Tenendo conto che circa l’80% delle piante esistenti dipende dall’impollinazione delle api, è facile comprendere quanto questo fenomeno sia devastante.
Oltre alle sostanze chimiche anche lo “stress climatico” riduce il periodo di fioritura e la quantità di nettare sui fiori, contribuendo ancor più alla riduzione dei raccolti di miele.
Se alla perdita dei raccolti si aggiunge il danno derivante da adulterazioni del miele (il miele cinese è il principale imputato di aggiunta di sostanze zuccherine nel prodotto) si capisce come la filiera del miele italiano sia a un passo dalla sparizione.
“Si deve cambiare, afferma Andrea Rigoni, e soprattutto si può cambiare. Siamo ancora in tempo per interrompere i danni che stiamo causando ogni giorno all’ambiente…”
“Le api contribuiscono alla creazione di biodiversità e abbondanza nei raccolti. Il nostro mondo, senza api, è destinato a morire. Per questo riduciamo da subito l’uso di sostanze chimiche in agricoltura, la selezione di piante e frutti che non siano utili alle api per la raccolta di nettare, l’utilizzo di dissecanti chimici per eliminare fiori nelle aree agricole. Non avremo fatto soltanto il bene dell’ambiente ma anche quello di noi tutti, visto che l’inquinamento chimico è nemico della nostra salute”. Conclude Andrea Rigoni.
Un’affermazione che non è solo una “proposta” per Rigoni di Asiago, ma una filosofia che da anni accompagna l’azienda. La scelta del bio, della ricerca delle tecnologie più innovative per salvaguardare la salute dei consumatori e dell’ambiente, rimane il punto di forza dell’impresa senza mai perdere di vista l’obiettivo più importante: “continuare a fare e fare bene”.