Mercoledì 17 giugno Antonio Peluso apre a Vietri sul Mare la quarta Locanda del baccalà
Il baccalà è il merluzzo messo sotto sale in modo da poterlo conservare più a lungo.
E’ un pesce ricco di sali minerali, omega3 e proteine ma è povero di grassi e di calorie. Le sue carni bianche e polpose, dal sapore delicato ma intenso si prestano ottimamente ad innumerevoli ricette.
Un tempo il cibo dei naviganti e dei meno ambienti, è stato negli anni scorsi sdoganato da tale opinione per presentarsi sulle nostre tavole in tutti i suoi delicati sapori.
Il pesce che un tempo era considerato povero è ora alla moda anche grazia a famosi chef come Antonio Peluso soprannominato “re del baccalà” che ha al suo attivo tre Locande del Baccalà: una a Marcianise (CE), l’altra a Salerno ed un’altra a e Cava de Tirreni (SA).
Mercoledì 17 giugno il re del baccalà aprirà le porte della sua quarta “Locanda del Baccalà”, in via Giuseppe Pellegrino 148 a Marina di Vietri (SA).
In un momento delicato come quello che il mondo della ristorazione sta affrontando, a causa del quale alcuni locali della costiera amalfitana non riapriranno quest’estate per la previsione di bassa affluenza turistica, Antonio Peluso lancia il cuore oltre l’ostacolo aprendo una nuova Locanda del Baccalà.
Peluso è autore del famoso ricettario “50 Sfumature di Baccalà”, una raccolta di ricette dello chef casertano, che con lungimiranza ha cavalcato l’onda di riscoperta di questo alimento adeguandolo perfettamente ai sapori dei tempi moderni.
Il libro nasce dall’esigenza di replicare in casa esattamente le stesse ricette della “Locanda del Baccalà” di cui è proprietario. Le ricette sono state scelte con cura e descritte in modo semplice, inoltre nel libro sono descritti gustosi aneddoti e pagine di informazione.
Non un ricettario usuale quindi, ma diverso, eterogeneo che rispecchia perfettamente l’animo eclettico di Antonio Peluso che – alla vigilia dell’apertura del ristorante di Marina di Vietri – ha dichiarato:
«L’intento è quello di portare la cultura del baccalà, tradizionalmente un pesce delle zone interne, anche in costiera amalfitana dove la cucina predilige frutti di mare e altri tipi di pescato. A questo si aggiunge l’opportunità di mantenere intatto il personale, senza dover necessariamente fare dei tagli a causa delle misure anti covid».
Le novità non si esauriscono: infatti, alla formula osteria di Marcianise, al bistrot di Salerno e allo street food di Cava de Tirreni, si aggiunge la formula open air, all’aperto: quindi un locale prettamente estivo, che si sviluppa con 40-50 posti disponibili all’esterno, in una delle piazze più belle della costiera amalfitana.
Al centro del menù ovviamente il pesce povero per eccellenza: il baccalà, cucinato e preparato abilmente in tante versioni, dagli antipasti ai primi, ai secondi finanche al dolce. Questa volta, però, il menù non sarà esclusivamente a base di baccalà, ma sarà arricchito da altri piatti a base di pesce. Dunque la “divina costiera” dove i napoletani sono soliti recarsi per gustare il pesce cucinato in tutti i modi possibili, si arricchisce di una nuova perla che appassionerà giovani e “diversamente giovani” sempre alla ricerca di gusti nuovi che sanno di antico.
Harry di Prisco