La Società Agricola Villa Caviciana, affacciata sul lago di Bolsena, è la migliore dimostrazione che un’agricoltura rispettosa dell’ambiente e dei lavoratori è non solo possibile ma anche economicamente sostenibile

La splendida avventura di Villa Caviciana nasce dalla generosità e sensibilità di Fritz e Mocca Metzeler, due coniugi tedeschi che, innamorati di questa terra, trent’anni fa fondarono qui una prima azienda agricola, per poi lasciarla in donazione al FAI.

Villa Caviciana, situata a Gradoli, in provincia di Viterbo, in un angolo di paesaggio storico rurale ancora integro, con magnifico affaccio sul lago di Bolsena e sull’Isola Bisentina, è così diventata la prima tenuta agricola del FAI: un bene tutelato e produttivo, che dimostra un principio caro al FAI, che il paesaggio si tutela e si cura coltivandoloL’azienda oggi è affidata alla Società Agricola Villa Caviciana a r.l. che, supervisionata dal FAI, ne garantisce la gestione.

Qui si produce innanzitutto vino, grazie all’impegno di due lungimiranti imprenditori, conduttori di Caviciana Società Agricola a r.l. e amici di lungo corso: Giuseppe Scala, produttore di vino da generazioni in Calabria, e Osvaldo de Falco, imprenditore dell’economia digitale, hanno raccolto la sfida del FAI di rendere Villa Caviciana un esempio virtuoso di gestione agricola sostenibile in Italia.

Per raggiungere questo obiettivo lavorano in azienda un team di giovani professionisti e la storica squadra di Villa Caviciana in campo, che da oltre vent’anni coltiva in modo naturale questo bellissimo fazzoletto di terra.

La genesi di Villa Caviciana

Siamo nell’Alto Lazio, a ridosso di Toscana e Umbria, nella regione dell’antica Tuscia, termine usato dai latini per indicare la Terra degli Etruschi, che si estendeva dall’Alto Lazio alla Maremma Toscana. Villa Caviciana è nata dal sogno di Friedrich Wilhelm e Monika Metzeler, un avvocato di Düsseldorf e una collezionista d’arte, partiti per una vacanza sul Lago di Bolsena e tornati in Germania innamorati della zona.

Fu così che, dal 1989, anno dopo anno, acquisirono 144 ettari di colline, campi e boschi, tra i Comuni di Grotte di Castro e Gradoli nella provincia di Viterbo, affacciati sulla sponda settentrionale del lago, davanti all’Isola Bisentina.

Vennero piantumati 7.000 ulivi, pari a 35 ettari di oliveto verde argenteo, cui se ne aggiunsero altri 20 ettari di vigneto verde intenso, e tutte le sfumature dei boschi – pini, castagni, noccioli, querce e corbezzoli –, e di campi, pascoli e prati.

Venne realizzata una tenuta moderna ed efficiente, precocemente biologica, con un frantoio e una cantina propri, costruiti dalle fondamenta, e dotata dei migliori macchinari oltre che di personale e degli spazi adibiti alla produzione di olio e vino, ma anche di miele, formaggi e carni, dall’allevamento, in origine, di pecore e maiali.

Una famiglia di vini eccellenti

Vini vulcanici, quelli di Villa Caviciana, che nascono da un terroir fatto di rocce di tufo, ricche di minerali, e da un clima particolare, con giornate soleggiate, temperature moderate e uno sbalzo termico importante tra giorno e notte. Le brezze del lago mantengono le uve fresche e prevengono muffe e malattie.

Qui si coltivano varietà autoctone come l’Aleatico per vini dal sapore unico, ma anche varietà internazionali come il Merlot e il Cabernet che si sono adattate molto bene alle colline vulcaniche, seguendo pratiche agricole biologiche e con un impegno costante nella salvaguardia ambientale, delle tradizioni locali e del territorio.

Così prende vita una linea composta da 8 vini e 2 distillati (tutti acquistabili anche sul sito web dell’azienda): l’inebriante Celestio, 100% Aleatico; l’inconfondibile Valloresia, 100% Procanico, una varietà autoctona di grande valore; il cru Rasena, 100% uve Roscetto; l’interessante rosato fermo Tojena, sempre da uve Aleatico; i due Metodo Charmat Lorenzo e Lorenzo Rosé, 100% Sangiovese; l’affascinante vino passito Maddalena, da uve Aleatico.

Infine, i due spirits, lavorati nella celebre distilleria Marolo ad Alba, in Piemonte: la Grappa Bianca, prodotta con vinacce di Cabernet, e la Barrique, affinata appunto in legno.

La cantina, il cuore di Villa Caviciana

La cantina di Villa Caviciana è un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano per creare vini di altissima qualità: si sviluppa fino a 20 metri sottoterra, garantendo condizioni ideali per la fermentazione e l’invecchiamento del vino, con sistemi di controllo avanzati.

Una struttura firmata da due importanti architetti tedeschi: all’efficienza teutonica di Friedrich, infatti, Monika aggiunse una precisa scelta di stile assoldando Bernard Korte e Wolfgang Doring, a progettare rispettivamente gli spazi verdi e gli edifici.

Frutto del progetto è proprio la cantina, che presenta un’architettura minimalista dalle linee pulite e rigorose ma con felici guizzi, come la lunghissima scala che sale dal seminterrato, nonché il sofisticato recupero delle materie locali, come il tufo morbido e poroso che scalda di giallo senape la geometria delle facciate.

Nelle forme si legge la ricerca di funzionalità, ma anche il desiderio di inserirsi discretamente nel territorio circostante, che è il protagonista assoluto di questo racconto: il panorama sul lago che si gode dalla cantina, incorniciato dal vigneto e da un prato ordinato, punteggiato di opere d’arte, che sfuma nell’oliveto, è un atto d’amore nei confronti del paesaggio.

La cantina Villa Caviciana è aperta al pubblico per degustazioni e visite guidate, nonché per condividere la bellezza di questo luogo incantato.

Ugo Dell’Arciprete