La Commissione europea ha adottato una decisione che conferma le zone di rischio individuate dalle autorità italiane in riferimento ai focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità riscontrati in aziende avicole dell’Emilia Romagna.
Durante la riunione straordinaria del comitato permanente per la catena alimentare e la salute degli animali (SCOFCAH) tenutasi nei giorni scorsi a Bruxelles, le autorità italiane hanno descritto le severe misure adottate per controllare la malattia, ridurne l’impatto sul settore avicolo ed evitare possibili rischi per l’uomo. Gli esperti degli Stati membri hanno approvato le misure applicate dall’Italia, che sono riflesse nella decisione odierna della Commissione.
Tre focolai di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) sono stati individuati in tre aziende avicole: a Ostellato (provincia di Ferrara), a Mordano (provincia di Bologna) e a Portomaggiore, vicino a Ostellato, in Emilia-Romagna. I focolai sono comparsi rispettivamente il 15, 21 e 23 agosto 2013. Due stabilimenti riguardano la produzione di uova (con una popolazione totale di 700 000 galline ovaiole) mentre un terzo è per l’allevamento di tacchini. Per contenere la diffusione del virus le autorità italiane stanno applicando le misure previste dalla direttiva 2005/94/CE del Consiglio, in particolare per quanto riguarda l’abbattimento degli uccelli e la protezione e sorveglianza delle aree circostanti la zona colpita. In tali aree sono previste limitazioni di movimento per il pollame vivo e i prodotti a base di pollame e sono in corso controlli veterinari specifici. Le autorità italiane hanno inoltre istituito un’ulteriore zona di restrizione corrispondente alla parte orientale dell’Emilia-Romagna e all’estremo lembo sudorientale del Veneto, nella quale sono previste limitazioni di movimento e misure di sorveglianza sulle aziende agricole professionali e sugli avicoltori che detengono galline ovaiole e tacchini. Un rafforzamento dei controlli e delle misure di biosicurezza è inoltre stato applicato all’intero settore avicolo in tutta Italia.
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ritiene che il rischio di trasmissione all’uomo dell’influenza aviaria sia basso. Tuttavia le persone che hanno contatti diretti con i polli colpiti dalla malattia (allevatori, veterinari, ecc.) dovrebbero utilizzare un adeguato equipaggiamento protettivo personale, come previsto dalla legislazione UE. Occorre comunque sottolineare che il consumo di pollame o uova commercializzati nell’UE è sicuro, giacché gli esemplari affetti da influenza aviaria vengono immediatamente distrutti insieme alle loro uova. In ogni caso la cottura di tali prodotti elimina qualsiasi eventuale rischio.