Gli olandesi affascinati dalle eccellenze della cucina mediterranea - Sapori News La cultura della cucina di casa nostra va conosciuta anche all’estero, dove troppo spesso e per troppo tempo la cucina ed i prodotti italiani sono stati ignorati o comunque sottovalutati.

Valorizzare i prodotti tipici, farli conoscere, divulgare la preparazione e la degustazione di quello che l’Italia ha saputo produrre in campo gastronomico vuol dire anche difendere la propria identità culturale, poterne esigere il rispetto e rafforzarne l’immagine di qualità.

L’Accademia Italiana della Cucina si è quindi organizzata oltre i confini, per garantire la sua presenza e svolgere la sua attività in molte parti del mondo. È per questo che negli ultimi anni l’Accademia ha intensificato la propria azione all’estero, moltiplicando le Delegazioni e riunendo i più qualificati esponenti del lavoro e della cultura fra i connazionali residenti – più di 1000 – per svolgere, all’insegna dell’ospitalità conviviale della buona tavola italiana, un’opera di grande utilità anche per l’immagine e gli interessi del nostro Paese.

E un italiano, delegato dell’Accademia Italiana della Cucina in Utrecht, che vive in questa città da sempre, lo abbiamo incontrato per parlare delle nostre tradizioni culinarie.

Si tratta di Italo De Lorenzo il cui padre Guido venne in Olanda nel 1928 , dove aprì la prima gelateria. « Prima di allora qui il gelato veniva venduto solo dai carrettini – ci dice il nostro interlocutore – io stesso ho operato nel settore del gelato per quasi 50 anni. Ora importo vini , italiani ovviamente, che soddisfano il gusto degli olandesi che, diversamente dagli italiani, amano più il vino che la birra. Di gelato si occupa la terza generazione, rappresentata dalle mie figlie Carlina, che ha pubblicato recentemente il suo secondo libro su come preparare in casa un ottimo gelato e Romana che è proprietaria del “Chiosco di Venezia” di gelati, parcheggiato lungo il canale, mentre la mia terza figliola, Mariangela, ha un ufficio di mediazione  culturale». Qui in Olanda c’è un fervore di iniziative e soprattutto c’è l’interesse per la buona tavola, rappresentata appunto dall’Accademia che solo in Olanda conta ben tre delegazioni. Con lui abbiamo incontrato anche un altro nostro connazionale Luigi de Mas, che si è stabilito ad Utrecht nel ’47, aprendo una bottega in loco. Oggi si occupa di import export del tè ma anche di un’Associazione fatta di volontariato che cerca fondi in Olanda per mandarli a Venezia per salvaguardarne il patrimonio culturale.

Per Aris Spada il discorso è un po’ diverso egli, dopo essersi trasferito in Olanda, organizza da più di 10 anni, con la sua azienda  “Maestro Events”, la più grande Fiera del prodotto Italiano del Benelux (www.italieevenement.nl), che va dalla moda alla gastronomia, dalle auto alla seconda casa in Italia, dalle vacanze nel nostro paese al design.

La Fiera è anche editrice della rivista “Il Giornale della Fiera” che esce quattro volte l’anno con una tiratura di 70.000 copie. «Collabora all’evento da me organizzato – egli ci dice – un altro connazionale, che ha fatto fortuna qui, Giuseppe Cavallaro, nato in Olanda da papà napoletano. Cavallaro Fashion ci segue da qualche anno ed é diventato uno dei nostri sponsor primari».

Ha aperto circa 11 anni fa il primo negozio di moda ad Utrecht con il marchio “Cavallaro Napoli” e oggi é arrivato ad ampliarsi fino ad avere ben 16 brandstores e con ancora molte possibilità di crescita. I suoi negozi fanno capo all’ ufficio centrale che si trova nella città di Haarlem.

Gli acquisti sono centralizzati e Cavallaro Fashion é anche in possesso di un proprio atelier. Ha creato la sua forza commerciale quando introdusse in Olanda, per primo, la famosa camicia per uomo a tre bottoni sul bordo del collo.

  Harry di Prisco