La scatola di latta rossa è senz’altro il loro marchio di fabbrica; la tipica curvatura e la zigrinatura idem. Sono i mitici krumiri Rossi, i biscotti made in Casale Monferrato, da non confondere assolutamente con gli omonimi Bistefani.
Perché “i Rossi” vengono prodotti nel laboratorio di Via Lanza 17 seguendo il rigore dell’artigianalità che vuole l’impasto lavorato a mano e fatto esclusivamente di zucchero, uova, burro, farina bianca e vanillina e che viene lasciato riposare per un giorno intero per poi essere messo nell’estrusore, un recipiente a forma di “siringa”, che dà all’impasto la caratteristica zigrinatura.
Ma i krumiri Rossi, oltre ad essere un perfetto esempio di made in Italy del gusto legato alla tradizione dolciaria piemontese, rappresentano anche un pezzettino della nostra storia italiana. Infatti i biscotti casalesi, che nacquero nel 1870 un po’ per caso e un po’ per gioco dalla fantasia del pasticcere Domenico Rossi, furono dedicati nel 1878 a Vittorio Emanuele II assumendo la tipica curvatura “a manubrio” proprio per ricordare i baffi del re d’Italia scomparso nello stesso anno.
E dato che l’invidia genera desiderio d’imitazione, Domenico Rossi fece brevettare i suoi biscotti diventando così il “Provveditore delle Case dei Duchi d’Aosta, di Genova e della Real Casa d’Italia”, i cui stemmi sono ancora oggi sulle scatole dei biscotti casalesi, scatole rosse diventate dei veri pezzi da collezione.
Il brevetto fu poi acquistato attorno agli anni ‘50 da Ercole Portinaro la cui figlia Annamaria, prima con la madre Dorotea e ora insieme al marito Carlo Molghea, porta avanti questa fragrante tradizione che ha fatto conoscere Casale e i suoi biscotti in tutto il mondo addirittura fino a Dubai.
I krumiri continuano ad essere prodotti nel laboratorio di Via Lanza, e se il loro profumo inconfondibile si sente quasi fino alle porte di Casale, la loro fama ha raggiunto luoghi e culture che nemmeno “il fu” Domenico Rossi avrebbe potuto mai immaginare. Infatti “i Rossi” oltre a essere presenti a molti saloni del gusto d’elite, come ad esempio il “Taste” di Firenze dove le scatole lo scorso marzo sono state avvolte in nastri tricolori, sono approdati anche alle Scuderie del Quirinale all’interno della mostra “I pittori del Risorgimento” dedicata ai 150 anni dell’Unità d’Italia. Infine da qualche anno dopo un’ attenta analisi del ciclo produttivo e della documentazione, i krumiri Rossi hanno ottenuto la certificazione di conformità alle regole alimentari ebraiche Koscher .
Chi l’avrebbe mai detto che un biscotto nato casualmente in un caffè di provincia e chiamato come un liquore del tempo – il “Krumiro” – potesse diventare il simbolo di una città, finire sulla tavola del re, incontrare un’altra cultura e viaggiare per il mondo?